Erano appena le 8 di mattina e già lo aspettavano in tanti, tantissimi: Papa Francesco ha scelto l’Istituto Serafico di Assisi per iniziare, venerdì 4 ottobre, la sua visita nella città del Poverello. Tanti gli assisani fuori dall’ingresso dell’istituto arrivati per dare a Francesco il benvenuto, e tanti, tra ospiti, infermieri e famiglie, all’interno del Serafico: tutti in attesa di sguardi, parole, abbracci che il Papa ha dedicato a ciascuno, con un’attenzione, una pazienza, una capacità di ascolto e conforto che saranno davvero difficili da dimenticare.  “Stando in mezzo a voi - ha detto Bergoglio - mi viene in mente il giorno in cui il Signore Gesù camminava con quei due discepoli tristi. Gesù, alla fine della strada, ha mostrato ai due discepoli le sue piaghe, e in questo modo lo hanno riconosciuto. Anche qui Gesù è nascosto nelle piaghe di questi ragazzi, in questi bambini, in queste persone”. Di “ascolto e attenzione indispensabili” ha parlato più volte il Papa, in un discorso a braccio che, come spesso capita a Francesco, ha spazzato via le parole scritte: “Gesù è nascosto in queste piaghe. Ecco perché hanno bisogno di essere ascoltate! E non tanto sui giornali, come notizie: quello è un ascolto che dura uno,due, tre giorni, poi basta. Quello che si dicono cristiani devono ascoltare queste piaghe, che sono qui e sono in Cielo davanti al Padre”. Tanta la commozione tra i ragazzi, i loro genitori e gli infermieri che ogni giorno li seguono. “Vederlo baciare ognuno di loro con amore è stato davvero emozionante – spiegano le infermiere del Serafico - un uomo umile in mezzo ai poveri: e oggi, qui con i nostri ragazzi, ci ha dato la più grande dimostrazione che potesse regalarci”.

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